Copertina libretto Feste Patronali 2023 min

Anche quest’anno il mese di settembre sarà caratterizzato dalle Feste Patronali delle nostre quattro parrocchie: anche se in modalità evidentemente diverse, queste nostre feste caratterizzano la ripresa della vita comunitaria parrocchiale dopo la pausa estiva. Questo settembre sarà dunque un mese prezioso e nello stesso tempo impegnativo e delicato: per questo motivo sarà importante celebrare bene le feste che lo caratterizzano.

Di seguito è disponibile il consueto fascicolo straordinario de Il Ponte con il programma complessivo più dettagliato

- GLI ANNIVERSARI DI ORDINAZIONE -

NEL RICORDO RINOSCENTE DEI NOSTRI PRETI, PREGHIAMO PER LE VOCAZIONI

Carissimi e Carissime,

                        l’anno che stiamo trascorrendo è allietato da numerosi anniversari di Ordinazione Sacerdotale e diaconale che ci spingono a rivolgerci al Signore con gratitudine per i trascorsi di questi sacerdoti tra noi ma anche a rivolgerci con fiducia perché certamente occorre pregare per le vocazioni.

Innanzitutto è bello ricordare le persone che hanno celebrato questi anniversari:

10/11/ 2018 don Claudio Cracco (5°) - dal 2018 Diacono - C.P. S. Teresa Benedetta della Croce

13/06/1998 don Stefano Silipigni (25°) - dal 2018 Parroco - C.P. S. Teresa Benedetta della Croce

12/06/1993 don Angelo Fontana (30°) - dal 2007 al 2016 Parroco - U.P. Gazzada Schianno Lozza

11/06/1983 don Adriano Bertocchi (40°) - dal 1998 al 2007 Parroco - Schianno

28/06/1973 don Giovanni Corni (50°) - dal 1995 al 2009 Parroco - Lozza

28/06/1973 don Giuseppe Ornaghi (50°) - dal 1992 al 2007 Parroco - Gazzada

28/06/1973 don Donato Pastori (50°) - dal 1973 al 1983 Pastorale Giovanile - Morazzone

Mentre preghiamo con riconoscenza per loro non possiamo non pensare alle parole che il nostro arcivescovo ci ha dedicato nella sua Lettera Pastorale per l’anno 2022-2023. Le riascoltiamo:

La preghiera per le vocazioni

La terminologia che per inerzia abita i discorsi ecclesiastici si presta per lanciare allarmi, segnalando la clamorosa e inquietante riduzione del numero di coloro che intraprendono e compiono percorsi verso il ministero ordinato o verso la vita consacrata. Si dice infatti: «Viviamo una grave crisi di vocazione. Nel nostro istituto non abbiamo più vocazioni da anni. Le vocazioni in seminario sono troppo poche» e così via. […] E in questi contesti il termine “vocazioni” indica in realtà i candidati all’ingresso nell’istituto di vita consacrata o nel ministero ordinato. È un’espressione alla quale siamo abituati, ma rischia di applicare il termine “vocazione” solo ad alcune scelte di stati di vita, relegando altre scelte, in particolare quella del matrimonio cristiano, in una sorta di livello secondario, nonostante l’insistenza in puntigliose rettifiche. Per restare nell’ambito della “speciale consacrazione” si constata che l’assenza o la drastica riduzione dei candidati impone un ridimensionamento spesso doloroso della presenza nel territorio di comunità e persone consacrate, quindi una chiusura di case, di opere, persino di speranze.

2. […] «È il Signore che chiama. Noi non possiamo fare altro che pregare. Del resto è quello che Gesù stesso raccomanda. “Diceva loro: ‘La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!’.” (Lc 10,2)». […] Il presupposto che sia Dio a chiamare forse è la dichiarazione di un immaginario piuttosto miracolistico, di un intervento così spicciolo dello Spirito che chiamerebbe una persona a intraprendere quella precisa strada, rappresentata proprio da quella determinata forma di vita consacrata. Inoltre, la valutazione quantitativa risulta per molti aspetti arbitraria: che cosa significa la parola di Gesù: «Gli operai sono pochi»? Quanti dovrebbero essere? Come si può definire quanti preti, consacrati e consacrate siano necessari alla Chiesa? […] L’atteggiamento di chi delega a Dio di provvedere agli operai che gli servono mi sembra un modo di pregare da integrare meglio nella vita delle comunità e forse anche da correggere. […]

Nella traduzione personale della vocazione a essere figli di Dio i desideri sono chiamati a convertirsi in docilità al comandamento di Gesù. […] Sono pertanto ragazzi e ragazze, adolescenti, giovani che devono pregare per le vocazioni, in primo luogo perché le proprie scelte siano dentro una ricerca sincera del dono dello Spirito nel dialogo con Gesù e la sua Parola, così che le scelte desiderate prendano la forma di risposta alla chiamata e si possano definire, secondo il linguaggio ecclesiale, vocazioni. Chi vuole bene ai giovani, chi si prende cura di loro sa che il servizio più importante da rendere è accompagnarli all’incontro con Dio perché diventino adulti, rispondendo al Signore che li chiama. Perciò genitori, educatori, pastori del popolo cristiano devono proporre, insegnare, sostenere la preghiera di ragazzi e ragazze, adolescenti e giovani per la loro vocazione. Tutti dobbiamo pregare per la nostra vocazione. […]

Gli adulti sono coloro che hanno responsabilità per gli altri, talora importanti ruoli educativi come genitori, come educatori nei diversi ambiti della vita ecclesiale e civile, sempre come testimoni della loro fede nella comunità cristiana e negli ambiti professionali e civili. […] Nella preghiera per le vocazioni lo Spirito risponde alla domanda che gli adulti dovrebbero porsi a proposito delle persone che sono affidate alla loro responsabilità: «Che cosa devo fare per aiutare ciascuna delle persone che mi sono affidate a rispondere al Signore? Il Signore chiama questi miei figli, i giovani del mio oratorio, gli studenti della mia scuola, gli apprendisti della mia azienda, i ragazzi che abitano nel mio stesso condominio, a seguire Gesù, a vivere la loro vita come vocazione, a prendere decisioni che siano risposte al Signore?». La preghiera per le vocazioni per gli adulti significa quindi un’esperienza spirituale che rende l’esercizio della responsabilità educativa un servizio al cammino di fede, conoscenza di sé, di discernimento e di decisione. Insomma, induce a praticare la pastorale giovanile come pastorale vocazionale. «Quale parola devo dire o tacere, quale proposta devo fare, quale ascolto devo praticare, quali consigli devo dare per aiutare questa persona in età giovanile a vivere in docilità allo Spirito e a portare a compimento la sua vocazione?» Per cercare risposta a questa domanda gli adulti pregano per le vocazioni.

Di fronte alle necessità della comunità cristiana, di fronte alle ferite del mondo, persone amiche del bene sono visitate dalla desolazione quando devono constatare: «Ecco, io non posso fare niente!». Anche in questa desolazione lo Spirito di Dio effonde i suoi doni, anche su persone impedite dall’età, dalla condizione di salute, dalla situazione concreta di “rendersi utili”. «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Lo Spirito rende possibile in ogni situazione ospitare la sua consolazione e conformarsi all’umanità di Gesù. […] Chi, come Gesù, può dire di sé: «Sono in croce, non posso fare niente» è chiamato a pregare per le vocazioni. Credo che si debba intendere questa preghiera come quell’esercizio spirituale che apre il cuore e il tempo e la libertà a rivelare che anche la condizione dell’impotenza partecipa dell’attrattiva di Gesù. Anche i giorni del dolore, della solitudine, della dipendenza dalle cure degli altri possono essere vissuti con i doni dello Spirito e dare testimonianza che vale la pena di accogliere la Parola di Gesù, di seguirlo, di vivere come lui, per portare a compimento la propria vocazione. Perciò i malati, gli anziani pregano per le vocazioni: […] chiedono in preghiera di offrire la testimonianza di un tempo, di una prova, di tutta una vita che trova il suo significato nell’obbedienza al Signore che chiama. Pregano per le vocazioni, per entrare nella logica del seme, che muore e produce frutto in modo imprevedibile e gratuito.

Sempre con riconoscenza e gratitudine, affidiamo il cammino della nostra Comunità Pastorale all’intercessione di Maria e di Santa Teresa Benedetta della Croce, affinché tutti possiamo riscoprire la bellezza della nostra personale vocazione e pregare perché i più giovani la trovino e, con gioia, la vivano.

Con affetto

don Stefano con

don Luigi, don Gino, don Romano, diacono Claudio

 

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