omelia della domenica

Lettura del libro del Deuteronomio ( 5, 1-2. 6-21) 

In quei giorni. 2"Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: 3Non avrai altri dèi di fronte a me. 4Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. 7Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. 9Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; 10ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. 12Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. 13Non ucciderai. 14Non commetterai adulterio. 15Non ruberai. 16Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 17Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo". 18Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. 19Allora dissero a Mosè: "Parla tu a noi e noi ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!". 20Mosè disse al popolo: "Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore sia sempre su di voi e non pecchiate". 21Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura dove era Dio. 22Il Signore disse a Mosè: "Così dirai agli Israeliti: "Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo! 23Non farete dèi d'argento e dèi d'oro accanto a me: non ne farete per voi! 24Farai per me un altare di terra e sopra di esso offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò far ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò. 


Salmo (Sal  18)

Rit.: Signore, tu solo hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima;
il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro, rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. 

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore, 

Signore, mia roccia e mio redentore. 



Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini ( 4, 1-7) 

Fratelli, 15anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, 16continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, 17affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui18illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi 19e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore.

20Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 

21al di sopra di ogni Principato e Potenza,

al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.

22 Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: 23essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni ( 4,5- 42) 
In quel tempo. Il Signore Gesù  5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:  6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 

7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere».  

8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.  9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.  

10Gesù le risponde: 

«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, 

tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 

11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 

«15Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, 

perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».  

16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui».  17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”.  18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».  

19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta!  20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».  21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.  22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.  23Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano.  24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».  

25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: 

quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa».  

26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?».  28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente:  29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?».  30Uscirono dalla città e andavano da lui. 

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».  32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».  33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?».  34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.  35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.  36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete.  37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete.  38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».   

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».  

40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni.   

41Molti di più credettero per la sua parola  42e alla donna dicevano: 

«Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, 

ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che 

questi è veramente il salvatore del mondo».

 

Riflessioni 

«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, 

tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».

In questi giorni noi tutti stiamo facendo esperienza della “sete”: forse, più propriamente, stiamo diventando più consapevoli di ciò che sempre abbiamo (la “sete”) ma che viene costantemente soddisfatta, o meglio ancora, anestetizzata, da tutto ciò che sono le attività, gli impegni della nostra vita. Sono evidentemente attività più che buone, impegni importanti e seri di sincera dedizione agli altri, a noi stessi e a Dio. La maggior parte delle volte tutto ciò ci restituisce una sensazione di sazietà: siamo contenti, per fortuna, di ciò che siamo, facciamo e abbiamo. Questo è profondamente vero e giusto ma per certi versi “pericoloso” se si ferma lì e non ci fa fare il passaggio alla gratitudine verso l’Autore e Creatore di ogni bene, cioè se non ci aiuta a fare Eucarestia sempre (Eucarestia = azione di grazie, è quell’agire che è espressione della nostra riconoscenza al Padre, proprio come tutte quelle volte nelle quali volendo dimostrare la nostra gratitudine a qualche persona che ci ha voluto bene, siamo disposti a fare di tutto pur di dimostrare il nostro grazie).

Cito a questo punto allora un brano dell’Apocalisse molto interessante che recita così: 

« 17 Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. 19 Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. 20 Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 21 Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese"». (Ap 3,17-22)

Credo allora che le forzate rinunce di queste settimane ci potrebbero aiutare a rendere evidente ciò che normalmente non lo è, e cioè che abbiamo “sete” (anche Gesù sulla croce dice “Ho sete” – Gv 19,28) e che questa sete può trovare una soluzione soddisfacente solo se riconosciuta come appello a trovare in Dio la fonte, la sorgente della Grazia e della Vita. 

Credo anche che in questi giorni ci stiamo rendendo conto di quanto siamo fragili, di come i “cibi” e le “bevande” che ci siamo preparati da noi (un po’ come gli idoli di cui si dice nella prima lettura) siano, forse con una espressione un po’ forte ma alla fine vera, “Vanità delle vanità e un inseguire il vento” (Qo 1,14): basta un microscopico virus (dal latino “veleno”) e l’economia va in crisi, i nostri corpi si ammalano, le nostre anime si intristiscono e si deprimono.

Allora Gesù dice: “Se tu conoscessi …”; e san Paolo dice , “il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di Lui”. 

Fa’, o Signore, che conosciamo la nostra sete,

fa’ che non la nascondiamo o anestetizziamo con inutili “bevande”,

fa’ che possiamo avere l’umiltà e il coraggio di aprire gli occhi

            che non facciamo finta di essere forti quando non lo siamo,

            che non ci accontentiamo di ciò che non può saziarci,

fa’ che possiamo imparare dai nostri errori.

Perché siamo tue creature fatte a tua immagine e somiglianza,

creature che quindi 

            hanno occhi per vedere,

            hanno un cuore per il coraggio,

            hanno una intelligenza per leggere bene dentro le vicende della vita,

e che sanno 

            avere la “furbizia” di chiedere e ricevere da Te ciò che ci fa vivere,

e che nella debolezza e per la debolezza 

            sanno, come Te sulla croce, diventare forti.

Infine, se da una parte stiamo conoscendo la sete profonda del nostro cuore e la nostra fragilità, possiamo anche diventare consapevoli di quali potenzialità ci portiamo dentro, potenzialità di cui tante volte non ci rendiamo conto. Cioè possiamo diventare più consapevoli del profondo valore e dignità che ciascuno di noi ha, possiamo diventare più consapevoli che l’incontro con Gesù rivela a noi stessi chi realmente siamo: Figli amati dal Padre e quindi portatori e custodi di una grande forza e dignità.

La donna Samaritana infatti incontrando Gesù conoscerà il fatto che, riempita dell’Acqua Viva che Gesù le offre[1] (che è lo Spirito Santo), diventerà anche lei fonte che zampilla per la vita eterna (v. 14), conoscerà che la Parola che lei ha ricevuto da Gesù (v. 26) la trasformerà in portatrice di Parola agli altri (v. 28) e che proprio grazie a lei altri crederanno in Gesù (vv. 41-42). 

Questo Vangelo ci ricorda questa grande e buona notizia: che è possibile per ciascuno di noi proprio partendo dalla conoscenza coraggiosa e umile della nostra “sete” - e quindi dalla nostra debolezza – procedere verso la conoscenza di un Padre 

che provvede alla nostra sete e che ci restituisce a quella dignità che ciascuno di noi ha ma che tante volte ha dimenticato di avere, 

che ci restituisce alla capacità di essere testimoni e portatori della sua Parola.

In questi giorni stiamo scoprendo infatti 

            di quale solidarietà siamo capaci di offrire a chi soffre ed è solo,

            di quale capacità di abnegazione e sacrificio i medici e gli infermieri 

                        e il personale sanitario ci stanno testimoniando che possiamo avere

            di quanta cura i genitori sono capaci di avere nei confronti dei figli

            di quanta preghiera di intercessione carica di affetto 

                        siamo capaci di esprimere per il bene del mondo intero

            di come la profonda sete di vita che il Padre ha messo dentro di noi 

                        non ci fa scoraggiare ma ci rimette in moto in modo diverso e creativo …

                         … di come siamo capaci di comportarci veramente da Figli di Dio.

«Signore, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete»

 

 

 

[1] 37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38 chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". 39 Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato. (Gv 7)