preghiera

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi parrocchiani
a partire da questa settimana abbiamo riaperto le chiese poiché il Governo con la CEI così ha precisato:

 

 

  1. Le chiese rimangano aperte. Siano esposti degli avvisi che ricordino di mantenere sempre le distanze di sicurezza. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, sul proprio sito Internet istituzionale, il 15 aprile 2020 ha precisato che “L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.” I fedeli che si recano nella chiesa più vicina alla loro abitazione possono autocertificare o dichiarare alle Forze di Polizia di muoversi per “situazione di necessità”. I sacerdoti e i diaconi possono raggiungere le chiese a loro affidate per la cura pastorale autocertificando o dichiarando alle Forze di Polizia di muoversi per “comprovate esigenze lavorative”.
  2. Le Messe con il concorso di popolo rimangano sospese, i presbiteri sono invitati a celebrare quotidianamente senza popolo. Per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione. La Nota del Ministero dell’Interno del 27 marzo conferma che “Le celebrazioni liturgiche senza il concorso dei fedeli e limitate ai soli celebranti ed agli accoliti necessari per l’officiatura del rito non rientrano nel divieto normativo (...) I partecipanti alle celebrazioni, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia, potranno esibire l'autocertificazione in cui dichiarano nella causale "comprovate esigenze lavorative". Sebbene il servizio liturgico non sia direttamente assimilabile a un rapporto di impiego, tale giustificazione è ritenuta valida e non saranno applicate sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni in materia di contenimento Covid-19.”

Un primo importante passaggio quindi, buona settimana a tutti!

 

Don Stefano